Paesaggio rurale in Sardegna: elementi per un Atlante Regionale


(Prof. Antonello Sanna, collaboratore Arch. Ignazio Garau)

Il paesaggio rurale regionale costituisce il connettivo (sinora ampiamente misconosciuto) del più ampio scenario dei paesaggi della Sardegna. Allo stato attuale, si assiste ancora ad una forte prevalenza nel dibattito politico-culturale di temi quali l'assetto dei litorali o la dimensione urbana: e tuttavia, sembra ragionevole ritenere che la chiave di volta delle prospettive future del territorio regionale risieda proprio nelle azioni che saremo capaci di porre in essere per un "progetto di paesaggio rurale" sostenibile e condiviso. In questo senso, il progetto di ricerca della Direzione Regionale per i Beni Culturali si fonda su presupposti di grande rilevanza, tra cui:

  1. La nuova centralità del paesaggio, che si sostanzia in relazione fondamentalmente a tre questioni-chiave:
    • ricerca dell'identità;
    • contrasto dei processi di degrado;
    • ricerca di un nuovo modello di sviluppo a connotazione marcatamente "locale".
  2. La forte presenza e significatività di elementi critici che caratterizzano le problematiche "strutturali" del paesaggio rurale, che possono riassumersi nella seguente proposizione:
    • l'allentamento (talvolta la liquidazione) del rapporto biunivoco comunità - territorio - economie e pratiche colturali, con conseguenti fattori di modificazione / crisi del paesaggio storico:
      • il cambiamento del rapporto strutturale - di produzione - del paesaggio rurale;
      • il cambiamento del rapporto culturale - di percezione, comprensione e riconoscimento - del paesaggio rurale.

Il paesaggio rurale regionale è anzitutto il paesaggio "rado" della bassa densità insediativa, con le sue opposizioni tra luoghi accentrati dell'abitare e luoghi del lavoro storicamente vuoti di case e di edilizia e caratterizzati dai segni "deboli" dei percorsi, dei recinti, dei terrazzi, delle siepi e in genere di tutte le trame dei paesaggi coltivati. Questo carattere dominante si è coniugato, con una fortissima "presenza del passato", quindi con una forte predominanza della "lunga durata", dei fenomeni conservativi e della permanenza.

Di recente, si sono fatti più presenti i segni della modificazione, spesso sotto la forma della "innovazione senza qualità": ne sono il prodotto più evidente il degrado degli orti periurbani ridotti a informi periferie, negli ambiti metropolitani come nelle zone interne.

Inoltre, tutta una serie di fenomeni (contaminazione, distacco tra luoghi, abitanti e produttori…) rende esponenzialmente sempre più difficile riconoscere i nessi ed i radicamenti territoriali delle comunità, e quindi il loro rapporto biunivoco con territori e paesaggi.

In questo senso, se è vero quanto dice Roberto Gambino a proposito delle funzioni che la tutela e la pianificazione del paesaggio è chiamata a svolgere:

  • funzioni regolative, volte a determinare, con effetti giuridicamente vincolanti, i comportamenti pubblici e privati;
  • funzioni di orientamento strategico, volte a produrre modelli di comportamento integrato, che mettano insieme soggetti e competenze diverse, che richiedono quadri di riferimento comuni, visioni nelle quali far convergere le diverse intenzioni;
  • funzioni argomentative, volte a mettere in evidenza la posta in gioco, le ragioni delle scelte che si propongono, anche a garanzia della democrazia nei processi decisionali (Gambino R., 2000).

Download: Consistenza del paesaggio rurale in Sardegna.pdf

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Pagina aggiornata il 23/02/2024

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