Le coperture sono ovunque a struttura lignea a semplice e doppia orditura ed è diffuso l’impiego di elementi complessi come la falsa capriata o, più raramente la capriata classica.
L’incannicciato è disposto su travicelli lignei e legato con l’ausilio di grosse canne (del diametro non inferiore a 25 mm) dette canne maestre, disposte parallelamente ai travicelli stessi con interasse di circa 50 cm.
I travicelli sono sempre disposti secondo la massima pendenza delle falde (25-35%) con interasse compreso fra 50 e 80 cm, e sono sorretti, in relazione allo schema strutturale della copertura, dalla trave di colmo, dagli arcarecci e dai muri perimetrali in prossimità della linea di gronda nei casi con doppia orditura, oppure semplicemente dalla trave di colmo e dai muri perimetrali nei casi con semplice orditura.
Il carico della copertura, attraverso la struttura lignea costituita da una trave di colmo, dagli arcarecci (se in presenza di schemi ad orditura doppia) e dai travicelli, viene ripartito sui quattro setti murari che definiscono la cellula edilizia (di norma con dimensioni non superiori a 4x4 metri).
La trave di colmo disposta in mezzeria del corpo di fabbrica, e gli arcarecci ad essa paralleli, posti in posizione intermedia lungo lo sviluppo delle falde (con interasse massimo di circa 1,5 metri), si appoggiano sui setti trasversali (di testata o interni) sagomati a timpano e sulle strutture lignee complesse quali la falsa capriata e la capriata classica.
Un elemento strutturale ligneo di grande interesse, peraltro diffuso uniformemente in tutto il territorio regionale e non solo nel Sulcis, dai connotati fortemente arcaici, è la falsa capriata. Disposto trasversalmente e appoggiato ai muri perimetrali longitudinali, questo elemento, la cui geometria ricorda quella delle capriate classiche, in realtà è regolato da principi profondamente differenti, basandosi su un regime statico di tipo prevalentemente flessionale e non assiale.
Si tratta di una struttura non spingente, riconducibile allo schema di una trave semplicemente appoggiata agli estremi sui setti murari e sollecitata da un carico concentrato in mezzeria, derivante dall’azione del puntone che sostiene la trave di colmo e, eventualmente, da altri due carichi concentrati corrispondenti all’azione degli arcarecci, nei casi di orditura doppia.
Il tronco trasversale veniva scelto, in genere, con una naturale curvatura che seguisse la doppia pendenza delle falde per limitare lo sviluppo del puntone e di conseguenza gli eventuali fenomeni di instabilità del sistema nel suo complesso, consentendo parallelamente di poter disporre di una maggiore altezza utile nel vano. Le dimensioni della sezione resistente della falsa capriata sono variabili, trattandosi di un elemento non lavorato ma, di solito, non si impiegavano tronchi di diametro inferiore a 20 cm.
Pagina aggiornata il 23/02/2024