Lo smaltimento delle acque costituisce un aspetto particolarmente importante dell’architettura tradizionale del Sulcis. Le soluzioni di gronda poche e contribuiscono a conferire alle forme costruite un forte carattere archetipico.
Si riscontrano sostanzialmente due grandi famiglie di soluzioni di gronda: quelle munite di canale di raccolta delle acque e quelle che ne sono sprovviste.
Il sistema in assoluto più diffuso è quello elementare che non prevede la raccolta dell’acqua meteorica ma funziona con il principio dell’allontanamento diretto attraverso l’aggetto, per circa la metà della loro lunghezza, dei coppi canale. Varianti più articolate di questo sistema, in cui permane lo sfalsamento in avanti dell’ultima fila di canali, sono rappresentate dalle soluzioni di coronamento con cornici in aggetto rispetto alla superficie del muro realizzate con una o più file di tegole convesse sporgenti, con mensole lapidee, con uno o più ricorsi di mattoni crudi o cotti progressivamente sporgenti o, ancora, anche se più raramente, con l’aggetto della struttura lignea di copertura. Spesso le cornici in mattoni erano intonacate e stuccate con modine.
L’impiego dei primi sistemi di smaltimento con canale di gronda si diffonde a partire dalla seconda metà del 1800 nella gran parte dei palazzetti e deriva da modelli architettonici spiccatamente urbani.
Il canale di raccolta dell’acqua meteorica proveniente dal manto di copertura è di norma realizzato con coppi canale oppure direttamente sulla muratura con coccio pesto. Lo smaltimento dell’acqua era risolto nei casi più semplici attraverso l’impiego di doccioni laterali posti in continuità con la gronda o frontali, collocati ortogonalmente al canale e solitamente realizzati con un coppo concavo; non sono stati riscontrati casi in cui siano stati impiegati discendenti.
Il coronamento laterale è risolto con l’impiego di due file di coppi convessi sovrapposti, senza l’impiego di ulteriori cornici laterali.
Pagina aggiornata il 23/02/2024