L’Ogliastra comprende una vasta superficie che confina a Nord con la Barbagia, ad Est col mar Tirreno, a Sud con il Sarrabus ed ad Ovest con la Marmilla ed il Mandrolisai. Questa subregione è caratterizzata da un territorio montuoso formato da rocce intrusive e metamorfiche del Paleozoico, da calcari del Mesozoico e da fascie alluvionali poco estese. Il paesaggio naturale originario era certamente caratterizzato dalle coperture di querce da sughera nei suoli più acidi e leccetta nei terreni neutri o basici. L’area è inoltre interessata da tratti di calcari e arenarie mioceniche, e da qualche piccolo affioramento di basalto. Questi ultimi tre assumono una morfologia totalmente diversa da quella del Paleozoico sia per forma che per suoli. Le dolomie sono per lo più prive di suolo e la poca vegetazione vive nelle “terre rosse” (Rhodoxeralfs) presenti nelle anfrattuosità del calcare. La vegetazione residua fa pensare ad una copertura più intensa ed in presenza di suoli più evoluti, scomparsi poi per degradazione. La rigenerazione dei suoli e della copertura è pressoché impossibile, data la lentezza dei processi pedogenetici. Sulle calcareniti del miocene vi sono ugualmente testimonianze della leccetta e dei suoli originari. In questi casi la rigenerazione è problematica ma possibile, dal momento che il substrato è più incoerente e più alterabile. Su gli altipiani è stata esercitata una certa forma di agricoltura, senza alcuna opera di tutela per il suolo. Le rocce metamorfiche sono le più diffuse e presentano forme diverse in funzione delle varie differenziazioni litologiche. Si hanno forme aspre nei termini più litoidi e forme più dolci nei termini più scistosi. Talvolta questi ultimi sono soggetti a frane. In tutto il territorio esistono esempi di copertura boschiva intensa, la dove vi è stata tutela, mentre nella maggior parte il degrado è evidente a causa di incendi, sovrapascolamento, arature nelle superfici a forte pendenza. L’allevamento è molto diffuso ed il pascolamento è eccessivo, con incrementi vistosi nell’ultimo secolo. Sarebbe opportuno effettuare la regimazione del pascolamento, la riduzione dei capi per ettaro, ed il ripristino delle foreste degradate. Le arature andanti nelle aree a forti pendenze dovrebbero essere bandite salvo l’intervento con opere di difesa (terrazzamenti, drenaggi sotterranei, muri di contenimento) per un’agricoltura redditizia, come realizzato da alcuni comuni nella zona più prossima al mare, ossia con temperature più mitigate, ove esiste una viticoltura di pregio. La viticoltura in Ogliastra e soprattutto nei comuni di Jerzu, Gairo, Tortoli’, ha avuto un ruolo economico, per l’ottima qualità dei vini. Sono infatti ancora assai diffusi, e i cui prodotti vengono conferiti in cantine sociali o private. Questi vigneti sono diffusi nei depositi di versante e nelle alluvioni antiche e recenti, e caratterizzano da sempre questi paesaggi. Le aree pianeggianti sono modeste e limitate all’area di Tortolì-Girasole con glacis più o meno antichi e piccole alluvioni recenti. Una parte di queste terre è soggetta ad irrigazione con colture ortive, frutticole ed erbacee. Il territorio dell’Ogliastra è caratterizzato inoltre da diverse superfici soggette ad uso civico, destinate esclusivamente al pascolo, senza alcuna regolamentazione. Sembrerebbe che in Sardegna le terre ad uso civico siano “terre di nessuno” e quindi da sovrautilizzare, degradare e desertificare.
Pagina aggiornata il 23/02/2024