Il Sulcis-Iglesiente settentrionale


Comprende principalmente la parte a nord, formata prevalentemente da formazioni metamorfiche, con forme più dolci ed arrotondate spesso alternate a superfici di spianamento (naturali). I suoli sono più profondi e tendono all’acidità, ossia con un rapporto basi/idrogeno di scambio piuttosto basso. In questi casi il suolo ha fortemente condizionato la biodiversità, favorendo la predominanza della sughera (Quercus suber) con sottobosco prevalentemente a cisto (Cistus monspeliensis).

L'allevamento principale è quello ovino in quanto le forme favoriscono questa attività, al contrario dei paesaggi sulle quarziti.

Purtroppo la sughera nell’ultimo secolo ha visto diminuire la sua estensione a causa di incendi periodici e per il sovrapascolamento (n° di capi/ettaro). Spesso l’eccesso di bestiame costringe gli allevatori alla coltivazione di erbai, su superfici anche a forti pendenze, i cui segni, dopo piogge di elevata intensità oraria ed istantanea, si fanno sempre più marcati con gravi fenomeni erosivi sino alla totale scomparsa del suolo (desertificazione).

Nelle due subaree spesso affiorano i calcari dolomitici che danno origine a suoli caratteristici. Nelle Terre Rosse o terre rosse brunificate la specie dominante è il leccio, associato alla fillirea, al corbezzolo, all’olivastro, al ginepro e nelle parti più elevate in quota all’acero montano ed all’agrifoglio. Questi boschi hanno avuto nel recente passato un’importante funzione nell’attività mineraria, in quanto fornivano il legname più pregiato per la coltivazione.

Pagina aggiornata il 23/02/2024

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