Le aree alluvionali antiche e recenti della valle del Cixerri, del Campidano e della media valle del Tirso


Le vaste superfici delle aree alluvionali sono caratterizzate da suoli molto evoluti, ad altissimo grado di pedogenizzazione, con profili fortemente differenziati negli orizzonti e quindi nei processi di eluviazione ed illuviazione, spesso desaturati (Alfisuoli, Ultisuoli), cementati, con drenaggio difficile e poco fertili. Questi suoli sono tipici di alluvioni e glacis molto vecchi, dove il bacino di alimentazione è formato prevalentemente da rocce acide, siano esse intrusive, metamorfiche e vulcaniche. In passato si aveva in questi suoli una macchia-foresta di sclerofille, con predominanza della sughera. Questa specie trovava in questi suoli delle buone condizioni ambientali, di cui rimangono quà e là soltanto delle testimonianze sparse; purtroppo non è possibile la reintroduzione del bosco, in quanto mancano le condizioni ambientali per la ricostituzione di questo ecosistema. L’interesse agricolo è modesto sia per le condizioni naturali sia per un eccesso di idromorfia nel periodo invernale, autunnale e primaverile. Questa è la ragione per cui, pur trattandosi di zone pianeggianti, esiste ancora il latifondo o aziende di grandi dimensioni. La morfologia pianeggiante ha indotto pianificatori e progettisti alla realizzazione di vaste superfici irrigue, con risultati molto modesti e talvolta fallimentari. Soprattutto nelle condizioni attuali l’agricoltura intensiva pone seri problemi di sopravivenza e di difficoltà di gestione; tant’è che attualmente la pastorizia, con l’introduzione di erbai, sostituisce via via l’agricoltura intensiva e l’allevamento bovino. In queste superfici, con questi suoli, sono molto poco diffusi i paleoinsediamenti, proprio a causa delle limitazioni agricole presenti. Le fasce corrispondenti al Quaternario superiore e all’Olocene (alluvioni recenti) presentano suoli meno evoluti, per cui il paesaggio è caratterizzato da una forma di agricoltura più intensiva. Era infatti molto diffusa la viticoltura nei primi, ossia con suoli mediamente drenati, senza rischio d’inondazione e di idromorfia. Nelle aree attualmente servite da reti d’irrigazione l’agricoltura diventa ancora più intensiva. Sulle alluvioni recenti, i suoli (Fluvents) sono da sempre soggetti ad inondazioni, il rischio permane ancora anche laddove i corsi d’acqua sono stati arginati. Questi suoli, infatti, in passato sono stati utilizzati per il pascolo soprattutto estivo, mentre ora sono caratterizzati da un’agricoltura intensiva, con colture foraggere, cerealicole irrigue, colture industriali, ortive da pieno campo, e talvolta da colture frutticole (agrumi). Mancano in questi casi segni di insediamenti anche molto antichi.

Pagina aggiornata il 23/02/2024

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