I calcari di Baunei – Urzulei


Trattasi del complesso calcareo dolomitico del mesozoico più esteso della Sardegna, che si estende da Baunei, sino a Dorgali, Urzulei, il supramonte di Orgosolo e Monte Albo nei comuni di Lula e Siniscola. Il paesaggio si presenta aspro ed accidentato, con grandi dirupi, fosse, grotte e grandi sorgenti . Inoltre poiché il sistema è fortemente carsificato, rappresenta nel contempo una fra le più importanti fonti di acqua sotterranea che possono trovare larga utilizzazione. Basta osservare la sorgente di Su Cologone per comprendere quale importanza abbia questa formazione sotto l’aspetto idrogeologico. Il paesaggio nel suo complesso è uno tra i più belli dell’isola e del mediterraneo. Sotto l’aspetto pedologico i suoli derivano dalle impurezze dei calcari, “Terra Rossa” (Rhodoxeralfs) e sono per lo più relegati alle anfrattuosità del calcare. A tratti e sulle aree a morfologia più dolce, si riscontrano dei depositi alloctoni, con suoli molto evoluti (Palexeralfs Acquic o Palexerults), distribuiti su superfici ondulate e talvolta subpianeggianti. Le doline in passato venivano coltivate per la produzione di cereali e leguminose da granella. Tutte le superfici subpianeggianti o quelle a debole pendenza, ogni deposito di versante o conoide, con suoli piuttosto evoluti e profondi, ospitavano foreste di lecci di eccezionali dimensioni. Di questa antica copertura, rimangono splendidi esempi all’interno della foresta demaniale di Montes, ed esempi sparsi soprattutto alla base delle formazioni montuose. A tratti trattasi di foreste primarie, anche se degradate. I suoli infatti sono sottoposti a intensi fenomeni erosivi a seguito o di incendi, o con pascolamenti intensi soprattutto di suini. Questi quando sono in soprannumero, rivoltando il terreno consentono un’erosione accelerata, soprattutto in occasione di piogge di elevata intensità. L’Azienda Foreste Demaniale esercita una azione importante sulla ricostituzione dei boschi degradati, di cui la foresta di Montes è un’esempio interessante. L’attività agricola è rappresentata in questi complessi dal pascolo caprino, ossia l’unico animale che riesce ad attraversare il territorio in qualsiasi direzione ed in qualsiasi forma. Quà e là evidenti sono i resti degli insediamenti rappresentati da ovili e da modeste e particolari abitazioni di piccole dimensioni, fatte di legna e di frasche (su pinnettu). Queste erano nel contempo abitazioni e locali ove lavorare il formaggio. Queste aree stanno perdendo l’interesse per l’allevamento, mentre diventa sempre più importante quello ambientale e conservativo. Da vari decenni vi sono stati vari tentativi per creare un parco nazionale, senza tuttavia ottenere alcun risultato. Una parte di quest’area è formata da rocce intrusive, certamente meno spettacolari dei calcari, ma con maggiore interesse per l’attività zootecnica. Si è dell’avviso che l’intera unità non abbia mai rappresentato un grande interesse per la zootecnia, mentre attualmente l’interesse turistico potrebbe essere quello più importante.

Pagina aggiornata il 23/02/2024

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