Il Complesso Vulcanico del Montiferru


Il complesso basaltico diffuso nel Marghine, Planargia e Montiferru presenta forme pianeggianti (colate) e montuose (centri di emissione). Queste morfologie sono caratteristiche delle formazioni vulcaniche effusive e rappresentano un valore paesaggistico importante. I suoli nelle aree più elevate in quota sono caratterizzati dalla presenza in quantità variabile di allofane, un allumo-silicato senza reticolo cristallino, che aumenta con l’altitudine. La presenza di questo materiale conferisce ai suoli una bassa densità apparente e quindi una maggiore possibilità di trattenere l’acqua, che è una importante caratteristica dei suoli andici. Trattasi di suoli molto fertili con un periodo di aridità inferiore agli altri pedotipi. Tutto ciò porta ad una produzione dei pascoli e dei boschi superiore ad altre tipologie pedologiche. Questo spiega il fatto che questi suoli sono stati interessati dalla pastorizia sin dall’antichità; infatti su queste terre si riscontra il massimo numero di nuraghi. La copertura vegetale originaria è data dal bosco misto di roverella, leccio e sughera, come può ancora osservarsi in alcune zone e nei comuni di Borore, Macomer, Bolotana. L’intervento antropico ha probabilmente operato una selezione delle specie arboree a favore della sughera, dato il suo interesse economico; infatti sugli altipiani la sughera, quando è presente, prevale rispetto alle altre specie. E’ molto diffusa la piccola proprietà contadina con tratti ad intensa polverizzazione. Purtroppo il territorio è soggetto ad un sovrapascolamento ovino e bovino che impedisce di fatto la ricostituzione del bosco, aumenta la compattazione e favorisce l’erosione. L’abbondanza di affioramenti rocciosi sulle aree morfologicamente favorevoli al pascolo è infatti dovuto all’erosione. Tuttavia vi sono aree vaste che devono essere tutelate razionalizzando il pascolamento e nel contempo favorendo la ricostituzione boschiva naturale del bosco misto. Molti appezzamenti sono stati utilizzati per la coltivazione di erbai, con produzioni normalmente eccellenti come quantità e qualità nutritive. Anche in questo caso le arature senza una sistemazione idraulico-forestale portano ad un rapido degrado dei suoli sino alla desertificazione. Su questi suoli si hanno spesso degli esempi di essenze vegetali più mesofite o tipiche di clima più freddo come ad esempio l’acero montano, il tasso, l’agrifoglio, o di clima più caldo come ad esempio la felce arborea. Trattasi di siti geobotanici di grande interesse scientifico.

Pagina aggiornata il 23/02/2024

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