Area rappresentativa: Stia
Descrizione: Paesaggio dei rilievi calcareo-dolomitici e metamorfici, con morfologia aspra alternata a superfici di spianamento. Uso pascolivo con suoli prevalentemente degradati, scarsa copertura a macchia a causa di incendi e sovrapascolamento. Nelle aree metamorfiche si rinvengono testimoni di antica e densa copertura vegetale di quercia da sughero.
- Suoli: I suoli sulle metamorfici sono generalmente acidi o subacidi e questo aspetto è determinante sulla biodiversità, mentre i suoli sui calcari sono neutri o subalcalini con una copertura completamente diversa. E’ abbastanza noto che la tipologia pedologica è determinante per la biodiversità e per l’uso del territorio. I suoli risultano per lo più degradati a causa dell’erosione e del tipo di utilizzazione (Roccia affiorante, Lithic Xerorthents, Lithic Xerochrepts, Lithic Rhodoxeralfs).
- VI-VII Classe di capacità d’uso, con limitazioni d’uso dovute alla rocciosità e pietrosità elevate, debole spessore del suolo e forte pericolo d’erosione.
- Copertura vegetale attuale: erbai per il pascolamento, macchia degradata formata da lentisco, corbezzolo, olivastro, cisto. Vari testimoni dell’antica copertura che era formata da leccio (Quercus ilex) sui suoli derivati dal calcare, e coperture miste con prevalenza di sughere (Quercus suber) su suoli derivati dalle metamorfici del paleozoico.
- Uso attuale: pascolo caprino, ovino, e subordinatamente bovino e suino. Coltivazione di erbai su qualsiasi pendenza per l’allevamento.
- Elementi strutturanti e qualificanti: aspra morfologia con forti pendenze, aree di cresta denudate, spuntoni e pareti rocciose, su litologie metamorfiche e carbonatiche, a tratti forme sub pianeggianti.
- Elementi detrattori: suoli a debole spessore e degradati a seguito di incendi. Attività agricole e di pascolo non compatibili con le caratteristiche ambientali, larghe aree di denudamento dovute alle pratiche di “miglioramento pascolo” ed alle arature lungo le linee di massima pendenza anche su terreni molto acclivi, che hanno determinato l’erosione del suolo. Impianti di specie esotiche (Eucaliptus camaldulensis), taglio di boschi seguiti da arature o da incendi. Queste pratiche agronomiche determinano la desertificazione del territorio. Il termine “desertificazione” non è climatico, bensì esprime la perdita di risorse naturali non rinnovabili se non in tempi molto lunghi.
- Elementi evolutivi: Le ampie aree di foresta di sughera presenti sin dai tempi remoti sono andate perdute, in molti casi irrimediabilmente, o sono recuperabili solo in tempi molto lunghi. Questa specie arborea è tipica ed è presente solo nei paesi dell’area mediterranea (Italia, penisola iberica, Grecia, Marocco, Tunisia, Algeria) ed i prodotti derivanti dalla lavorazione della corteccia sono richiesti in ogni parte del mondo. Il paesaggio della foresta di sughera è caratterizzato da una copertura arborea che non arriva mai al 100% e da una macchia dominata dal cisto (Cistus monspeliensis). La perdita di questa risorsa naturale quindi non è stata solo ecologica ma anche economica. Un’altra situazione di intenso degrado è data dagli effetti che le piante di eucaliptus (Eucaliptus camaldulensis) determinano sull’ambiente, favorendo i processi erosivi, determinando la scomparsa totale della biodiversità. Il loro impianto è stato anche una perdita economica in quanto il loro ridotto grado di accrescimento e sviluppo in questi ambienti è condizionato dalla scarsa profondità dei suoli e dalla lunghezza dei periodi aridi. L’introduzione delle specie esotiche determina spesso un peggioramento del paesaggio anche sotto l’aspetto percettivo.
- Prime indicazioni di gestione: Per consentire il ripristino naturale della copertura vegetale, per quanto possibile solo nel lungo periodo, è necessario una regimazione del pascolo e l’effettuazione di pratiche agricole razionali, evitando le arature su forti pendenze, riduzione del carico di bestiame eliminando il pascolamento nei giorni di maggiore piovosità per evitare la compattazione dei suoli. Nelle aree in cui è presente la foresta degradata il ripristino è più facile e richiede l’eliminazione del pascolamento per un certo numero di anni e l’infittimento delle piante.
- Usi consentiti:
- uso agricolo: consentito nelle aree a maggior densità 1.1 (non consentito su edifici preesistenti) –1.4 (solo su edifici preesistenti) - 1.5 (solo su edifici preesistenti)
- uso silvo-forestale: 2.1 - 2.2 - 2.4 - 2.5 - 2.6
- uso pascolivo: su pendenze >20%) - 1.3 (solo 3.1 (limitazione del carico di bestiame. Non arbustiva e arborea)
- uso turistico: 4.4 – 4.5 – 4.6
- uso insediativo: NON CONSENTITO
- uso tecnologico: 6.2 – 6.3 - 6.4
- uso estrattivo: 7.1 - 7.2 - 7.3
Pagina aggiornata il 23/02/2024